Basilicata. Andar per calanchi, castelli magici, borghi disabitati e paesaggi da film
Qualunque cosa ti aspetti da un viaggio in Basilicata, non sarà mai abbastanza rispetto alla bellezza travolgente che ti attende!
Per noi è stato amore a prima vista.
Nonostante venissimo da nove ore di viaggio, la prima sera passata a Montalbano Jonico non ci sentivamo stanchi, anzi avevamo voglia di scovare tutti gli angoli di questo Borgo e il tempo è volato.
Siamo arrivati nella famosa golden hour, quando la luce del sole al tramonto è calda e ci siamo goduti lo spettacolo dei calanchi, formazioni calcaree sulle quali sorge arroccato Montalbano Jonico. Queste terre chiare sembravano morbide stoffe dorate accarezzate dal sole.


A cena ci siamo fermati in un locale con vista sui calanchi, il duenovedue, dove non c’era un menù ma una lavagnetta dove erano elencati dei piatti della tradizione con un tocco di cucina creativa. Una brezza tiepida ci rigenerava dopo il lungo viaggio.

Solitamente non ci fermiamo a lungo per mangiare ma l’atmosfera era così piacevole che ce la siamo goduta senza fretta, per poi gironzolare per i vicoli alla ricerca di angolini particolari, e siamo stati accontentati.

Ci siamo ritrovati in stradine lastricate di pietra chiara, con gli anziani del paese seduti sulle loro seggiole fuori dalle porte di casa a prendere l’aria fresca della sera, i gatti che si arrampicavano sulle scale, nel buio le luci e i suoni dei televisori da dentro le case animavano l’atmosfera.

Anche se la serata era perfetta siamo tornati in appartamento, a Bernalda, alla Casa del Melograno, per riposare dopo la lunga giornata. E quando abbiamo spento le luci….sorpresa…sopra di noi è apparso un cielo stellato!
Pietrapertosa e Campomaggiore
Il giorno successivo abbiamo fatto tappa a Pietrapertosa e Castelmezzano, due paesini arroccati nel parco delle dolomiti lucane, così chiamate per la somiglianza con le più famose nelle Alpi.

Questi paesi hanno uno stretto rapporto con la roccia tanto che si fondono con essa, o, come ha scritto il poeta Emilio Gallicchio, “si sposano felici con la nodosa roccia”.

Abbiamo salito le ripide e strettissime scalette che si inerpicano tra le case addossate alla montagna.

Per i più coraggiosi c’è il volo dell’ angelo, una zipline che collega i due paesi ad un’altezza di 400 metri dal suolo.
Nel pomeriggio ci siamo diretti a Campomaggiore, dove si trovano i ruderi di una città dell’ utopia, costruita a metà del 1700, per ripopolare il paese.
La città doveva essere una città senza povertà dove ogni abitante doveva avere un lotto di terreno con legna da tagliare e, per ogni albero abbattuto, in cambio doveva piantare tre alberi da frutto. Purtroppo a fine ‘800 uno smottamento ha causato lo spopolamento della cittadina che, da allora, è rimasta disabitata lasciando tuttavia intatto ed attuale il suo fascino.


Questo tipo di fascino del decadente e disabitato è un tratto tipico della Basilicata, che per questo sembra sospesa in un’altra epoca, accompagnata da leggende e storie magiche che conferiscono un alone di mistero al tutto.
Matera
E ora tocca alla famosissima Matera. Non ci soffermeremo molto perché di questa città hanno già scritto in molti. Abbiamo visitato il nucleo più antico con il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano, le due zone di Matera dove ammirare le abitazioni tipiche, con la Civita nel mezzo tra le due.

Per anni Matera è stata dimenticata ma ora molte sono le iniziative di valorizzazione, passando per la sua nomina a capitale europea della cultura nel 2019.

Matera dimostra la capacità dell’ uomo di adattarsi all’ ambiente ricavando delle abitazioni nella roccia.
Vi consigliamo di raggiungere il parco della Murgia e delle chiese rupestri, che si trova sul versante opposto del torrente Gravina rispetto al versante dove è costruita Matera. Da lì potrete godere di un bellissimo panorama con vista su i Sassi di Matera e sul canyon scavato dal torrente, molto selvaggio, e potrete divertirvi a seguire i percorsi alla scoperta di abitazioni e chiese rupestre scavate nella roccia.

Per concludere la giornata calda e intensa ci siamo diretti verso il mare, al lido di Metaponto, per rinfrescarci nell’ora che preferiamo, tra le 18 e le 20, quando la spiaggia è semideserta e il mare sembra solo nostro. Il tempo di una nuotata e di goderci il sorgere della luna dalla linea dell’ orizzonte, e poi cena a base di pesce per concludere in bellezza!
Ferrandina e Pisticci
Il mattino seguente siamo pronti per il borgo di Ferrandina e le sue caratteristiche case bianche disposte in fila, e per il Castello di Uggiano.

Secondo una leggenda sotto ai resti del castello si trova un tesoro, che non è per niente facile trovare. La leggenda narra infatti che prima di scavare si debbano mangiare venti chilogrammi di lardo in una notte senza luna, la successiva notte, sempre senza luna, si debbano mangiare altri due pezzi di lardo e si debba cospargere di sale il perimetro del castello per evitare che il tesoro si polverizzi. Potete ben immaginare che finora nessuno l’ha mai trovato…

Un altro borgo che vi consigliamo assolutamente di vedere è Pisticci, in particolare il rione Dirupo, che sprigiona la tipica bellezza dei borghi del sud Italia con le sue case bianche che riflettono la luce del sole, le donne sedute negli angoli delle vie a volte chiacchierando, a volte in semplice silenzio, il profumo di dolci al miele e fichi, le tende sulle porte aperte delle case mosse dalla brezza calda.


Accompagnati da questa meraviglia abbiamo attraversato il rione fino alla chiesetta dell’ Immacolata Concezione che si affaccia su i calanchi e da cui si gode una splendida vista su tutto Pisticci.

E a fine giornata andiamo a Marina di Pisticci per lasciarci cullare dalla onde del mare prima di andare a Scanzano Jonico a cena alla trattoria Lampàra Jonica, dove abbiamo provato il tipico baccalà fritto con il peperone crusco e dei gli ottimi primi piatti a base di pesce, tutto superlativo!

E per concludere un gelatino e una piccola passeggiata tra le casette bianche dei coloni fino alla particolare piazza triangolare di Scanzano con il palazzo Baronale.
Aliano e i suoi Calanchi
Il giorno dopo siamo pronti per il borgo di Aliano e i calanchi, di conformazione diversa rispetto a quelli di Montalbano Jonico.
Aliano è il paese in cui Carlo Levi ha passato il suo periodo di confino in epoca fascista e dove ha ambientato il suo romanzo Cristo si è fermato a Eboli, un luogo da lui molto amato tanto da sceglierlo per la sua sepoltura.
Carlo Levi era affascinato dal paesaggio dei calanchi, che definisce infinita distesa di argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco.

Ma andiamo con ordine. Il paese è molto piccolo ed eravamo convinti di visitarlo in poco tempo. Tuttavia siamo stati colti da una piacevole sorpresa.
Oltre alla bellezza del borgo, abbiamo scoperto che molte porte di vecchie case sono state disegnate da un artista, e i disegni sono così particolari che ci siamo divertiti a trovarle come in una caccia al tesoro!


Come in ogni paese lucano che si rispetti, anche qui c’è un racconto magico che riguarda una casa, nella piazzetta principale, detta Casa con gli occhi, che sembra un volto e che ha il compito di tenere lontani gli influssi negativi, per questo anche della “del malocchio”.

Qui abbiamo mangiato in una trattoria casalinga, La Locanda con gli Occhi. Abbiamo ordinato con entusiasmo quello che la cucina offriva quel giorno: antipasto di affettati e formaggi locali con bruschette di peperoni arrostiti, degli strascinati (un tipo di pasta) con pomodoro, peperoni cruschi e mollica di pane, ed infine delle fenomenali costine di agnello. Per noi è stato il pranzo più semplice ma più buono e genuino di tutta la vacanza!

Dopo il pranzo ci siamo addentrati con l’auto nel parco del Calanchi di Aliano. Sembrava di stare in mezzo al deserto, il paesaggio è unico. Tra cumuli di argille bianche illuminate da un sole accecante che contrastavano con lo sfondo di un cielo scuro che minacciava pioggia, abbiamo fatto il pieno di bellezza.



Craco e Tursi
Un altro borgo in cui lo stato di abbandono ha generato fascino è Craco, un paese fantasma disabitato dagli anni Sessanta a causa di una frana.
Per l’atmosfera del paese e del paesaggio circostante è stato scelto come location di diversi film italiani, come ad esempio Cristo si è fermato a Eboli del regista Francesco Rosi, ed internazionali come The Passion di Mel Gibson.

L’ultimo giorno l’abbiamo dedicato al paesino di Tursi con la Rabatana, il nucleo storico di derivazione araba, uno splendido groviglio di case costruite con pietre e laterizi.

Il nome Rabatana si deve agli arabi, da “Rabat”, che significa “casa”, “tana”, “Borgo fortificato”. Infatti, come tutti i quartieri di origine araba, si caratterizza per essere di difficile accessibilità, fatto di vicoli scoscesi. La struttura dell’ abitato porta ancora i segni della dominazione araba. Vale davvero la pena perdersi tra i vicoli tortuosi, dove ad ogni curva si apre uno scenario diverso.


A Tursi abbiamo visitato anche la chiesa di San Francesco d’Assisi, edificata con il convento nel 1441. Il convento ha ospitato cattedre di filosofia ed è stato abbandonato nel 1914, la chiesa tuttavia continuò ad essere utilizzata fino al 1950 e fu dichiarata monumento nazionale nel 1991.
Ci siamo trovati di nuovo davanti ad un’opera in cui il tempo ha preso possesso delle mura, dei pavimenti, degli intonaci.

La patina del tempo conferisce un fascino romantico che si ritrova in tutti i piccoli borghi della Basilicata che abbiamo visitato.
Non abbiamo provato un senso di desolazione, ma ci siamo sentiti in mondi magici, non solo per le leggende e misteri che fanno parte delle loro storie, ma anche per lo stato di conservazione delle costruzioni, che con il passare degli anni si trasformano come si trasforma la natura, in completa armonia con il paesaggio lunare e unico dei calanchi, raccontandolo sottovoce.
Se volete essere travolti da una bellezza semplice e autentica, andate in Basilicata!

One Comment
Gabry
Viaggio descritto in modo entusiasmente , trasmette con empatia la passione vissuta in tutti i sensi…dalla vista ..
al gusto…nell incontro con questa terra meravigliosa…….